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Spaziatura ottica
Nella spaziatura della musica, la distribuzione dello spazio dovrebbe rispecchiare le durate fra le note. Tuttavia, come abbiamo visto prima nella suite di Bach, molti spartiti moderni aderiscono alle durate con precisione matematica, con scarsi risultati. Nel prossimo esempio, lo stesso motivo viene stampato due volte: la prima, usando l’esatta spaziatura matematica; la seconda, con le correzioni. Quale preferite?
Ciascuna misura contiene unicamente note da suonare in un ritmo costante, e gli spazi interposti dovrebbero riflettere questa situazione. Purtroppo, però, l’occhio ci inganna un po’: non solo esso rileva la distanza tra le teste delle note, ma tiene conto anche di quella tra gambi consecutivi. Di conseguenza, le note di una combinazione gambo in su/gambo in giù dovrebbero essere più distanti tra loro e quelle di una combinazione gambo in giù/gambo in su più vicine, il tutto a seconda di come si combinano le posizioni verticali delle note. Le due misure inferiori sono stampate con questa correzione; quelle superiori, tuttavia, contengono ammassi di note gambo in giù/gambo in su. Un maestro incisore avrebbe aggiustato la spaziatura come richiesto per compiacere l’occhio.
Gli algoritmi di spaziatura di LilyPond prendono in considerazione anche le stanghette. Perciò, l’ultimo gambo in su nell’esempio correttamente spaziato è stato allontanato ulteriormente dalla stanghetta finale per evitare troppe linee verticali vicine nella parte finale della misura. Un gambo in giù, invece, non avrebbe richiesto quest’accortezza.
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